Le dodici fatiche di Eracle sono la perfetta allegoria del viaggio dell’iniziato. Ognuna fatica rappresenta una pietra miliare del percorso di elevazione spirituale. La prima fatica, in particolare, oltre a segnare l’avvio del percorso anticipa tutte le tappe dell’intero percorso iniziatico.
Eracle abbandona la sua spada e le sue frecce perché nulla possono per scalfire la pelle del leone di Nemea. L’iniziato abbandona quegli strumenti che simboleggiano le passioni irrazionali. Per avere la meglio sulla parte passionale e irrazionale dell’essere, per prima cosa è necessario liberarsi degli strumenti inutili che ostacolano il protendere alla razionalità.
Il semidio si inoltra nella profondità della grotta dove trova rifugio il leone, porta a termine il suo compito e per trenta giorni cade in un sonno simile alla morte. Il solo fatto di avere imparato a usare gli strumenti per operare razionalmente non è sufficiente per passare dalle tenebre alla luce. La profondità della caverna deve essere il tempio presso il quale devono realizzarsi sia la “seconda nascita” (morte al mondo profano) sia la “terza nascita” (morte dell’iniziato e resurrezione dell’adepto consapevole).
Vestirsi della pelle del leone significa che l’iniziato che ha trasformato il proprio essere ha preso coscienza di sé ed è pronto ad avviarsi a superare gli ostacoli che incontrerà lungo il cammino verso la percezione razionale della realtà.
Come Eracle, il recipiendario ha l’obiettivo primario di re-immaginare la propria essenza dimostrando che è con «pieno e profondo convincimento dell’anima» che vuole affrontare il viaggio che lo porterà al perfezionamento e all’elevazione spirituale.
L’iniziato non abbandona la pelle del leone (leone che nel simbolismo alchemico noi sappiamo essere Materia Prima), ma la riutilizza dopo avere operato una prima putrefazione e quindi una prima trasformazione.
Eracle utilizza una clava – un utensile di legno – per abbattere il leone prima di soffocarlo ed è evidente l’affinità dello strumento con gli alberi del Mito che generano frutti in grado di rendere l’Uomo una divinità.
È con il legno della clava che Eracle adopera simbolicamente il potere trasformante dell’elemento Fuoco che è forza di distruzione e trasformazione e rinascita.