L’Umanità possiede per sua natura, come gli animali privi di coscienza, gli istinti fondamentali più uno ulteriore che è sua esclusiva prerogativa. Agli istinti di autoconservazione (volontà di vivere), sessuale (volontà di creare), gregario (volontà di socializzare) è aggiunto l’istinto religioso che bilancia le pulsioni animalesche e fa dell’individuo un Essere umano.
Quella carnale non è l’unica dimensione dell’essere umano. La natura umana è triplice ed è, per due delle sue parti, immateriale. Il corpo (o soma) definisce la dimensione carnale. L’anima (o psiche) definisce la dimensione naturale. Lo spirito (o pneuma) definisce la dimensione universale. L’istinto religioso è per lo spirito quello che per il corpo umano sono i cinque sensi. È il varco attraverso il quale l’essere umano può incamminarsi lungo la via dell’elevazione.
L’anima (o psiche) è la dimensione umana che dipende da intelletto, emozioni e volontà. Definisce un essere umano in un dato periodo dell’esistenza di questi. È condizionata dal vissuto, dall’immaginazione, dalle conoscenze acquisite, dalle relazioni allacciate e dagli affetti, dall’esercizio di ragione. Il lavoro introspettivo la può purificare rendendola salda, irradiata e compiuta, illuminata.
Lo spirito (o pneuma) è la dimensione dell’essere umano capace di entrare in relazione con il divino. Relazione che dipende da intuizione e consapevolezza. Sviluppando la capacità di guardare dentro se stesso per purificare la propria dimensione naturale, ogni individuo può elevare il proprio spirito acquisendo le capacità per poter vivere un’esistenza il più possibile vicina alla condizione divina, infiammando quella scintilla di divino che è presente in ogni essere umano e che qualcuno chiama pietra filosofale.
Visualizzate le pietra filosofale come custodita dietro a tre cinte murarie.
La prima cinta è materiale: il corpo umano. Lungo queste mura ci sono cinque varchi aperti: pelle; occhi; orecchie; naso; bocca. Attraverso questi varchi viviamo l’esperienza terrena.
La seconda cinta di mura è immateriale: l’anima. Sono tre i varchi di questa cinta: immaginazione; conoscenza; relazioni. Al di là di questi varchi si sviluppa la nostra natura individuale. Sono varchi chiusi e le chiavi per aprirli sono l’intelletto, le emozioni e la volontà.
La terza e ultima cinta di mura è anche questa immateriale: lo spirito. Il varco di questa ultima linea a custodia della pietra filosofale è uno solamente: l’istinto religioso. Ma è un varco sigillato e non tutti hanno la capacità di lavorare per trovare il modo di aprirsi un passaggio verso la pietra.
È necessario fare breccia con due strumenti: intuizione e consapevolezza. Attraverso queste brecce si irradia la luce della scintilla divina che è dentro ogni essere umano.
E quando si intravede quella scintilla comincia il lavoro di trasformazione. Perché la pietra filosofale non è il fine, ma è lo strumento per mezzo del quale possiamo lavorare su noi stessi.